INVASIONI.RIFLESSIONI SUL CAMPO
Dove Nulla si crea,nulla si distrugge,tutto si trasforma (Lavoisier)
….Ora guardiamoci intorno.Affondiamo
lo sguardo oltre le cose.
Vedremo tracce di passaggi
tumultuosi perché chi è entrato
lo ha fatto senza chiedere permesso.
Si è impadronito con atti di violenza
di un territorio e vi ha posto le sue tende.
Ora il nostro sguardo che indaga
compie un viaggio a ritroso
per capire.Il tempo ha sanato ferite e
ricomposto corpi.L’incontro del Crati
col Busento deviato cela
allo sguardo Alarico invitto
preda di malarico morbo
coi suoi prodi.Fiori gialli
corposi sono cresciuti
sui campi desolati e il vento
ha ripreso il suo giro.In terra
di Calabria tracce anomale
di occhi cerulei,capelli/campi
di grano e insolite alte stature
ricordano nordiche discese
e castelli svevi/normanni
sono alti sulle colline a guardia
di un nemico che non c’è più.Campeggiano su gente scura di pelle,
criniricciuta,occhi di carbone,
modeste stature,membra forti,
memoria d’invasioni da Sud,
dall’Africa vicina/lontana,
da un Medio Oriente filtrato
dalla Grecia madre,affine
nel gusto e nella lingua superstite
in montagne arroccate d’Aspromonte.
Calabri di selve boschive distrutte
bottino di Romani per navi nere di pece e
Americani sprezzanti e vincitori.
Gente di monti sovrastanti
il mare periglioso costruiscono
innumeri torri costiere cavallare
per avvisare di Turchi predatori
di ori,argenti e donne schiave.
E oggi?Oggi siamo noi Calabri,
transfughi,destinati all’espatrio
da Itaca bella e avara.Noi frutto
tardo d’invasioni e ora rifugio
di migranti disperati, riconciliati
dal tempo fecondo di passaggi,
terra rossa meticcia dove
Nulla si crea,nulla si distrugge,tutto si trasforma
Mimma Pasqua